Una ferita grave al corpo democratico del Paese. La solidarietà del Meic a Liliana Segre
08 Novembre 2019
Esprimiamo sconcerto e preoccupazione per quanto avvenuto nella seduta del Senato della Repubblica del 30 ottobre scorso, con l'astensione di 98 senatori alla votazione della mozione - con prima firmataria la senatrice a vita Liliana Segre, testimone della tragedia della Shoah - che propone la nascita della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza e razzismo, antisemitismo e istigazione all'odio e alla violenza.
La mozione è il frutto maturo di un percorso iniziato dalla campagna nazionale "No hate speech" lanciata nel 2014. Vale la pena riprendere un passo della mozione per comprendere, senza possibili equivoci, a quale ambito del discorso pubblico ci si stia riferendo: «È un fatto che non esiste ancora una definizione normativa di hate speech; tuttavia in base alla raccomandazione n. (97) 20 del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa del 30 ottobre 1997, il termine copre tutte le forme di incitamento o giustificazione dell'odio razziale, xenofobia, antisemitismo, antislamismo, antigitanismo, discriminazione verso minoranze e immigrati sorrette da etnocentrismo o nazionalismo aggressivo».
La mozione è passata con 151 voti a favore e nessun voto contrario. Ma quelle 98 astensioni feriscono in modo grave il corpo democratico del Paese: non si può archiviare il fatto come cronaca parlamentare. A poco servono le giustificazioni posticce dei leader del centrodestra astensionista, i quali tengono ad affermare la loro ferma opposizione sia verso l'antisemitismo sia verso la funzione di controllo che la nascente commissione, composta da 25 senatori, dovrebbe esercitare sul linguaggio dell'odio.
Bisognerebbe avere il coraggio di togliere le maschere dell'opportunismo politico e del populismo accattivante e ricordare che l'infezione latente dell'antisemitismo è funzionale a raggiungere sempre nuovi nemici o presunti tali. Illuminanti, in proposito, le parole di Günter Anders: «Quello che noi abbiamo da imparare è che l'esistenza degli ebrei non è affatto necessaria per lo scoppio dell'antisemitismo; che esiste un antisemitismo senza ebrei... chi vorrebbe combattere gli ebrei e non ne trova nessuno disponibile, molto probabilmente chiamerà ebrei altri gruppi diversi».
Come cattolici italiani che si riconoscono nel Concilio Vaticano II e nella Costituzione Repubblicana, riteniamo sia giunto il momento di rispondere all'appello della Senatrice Segre contro l'indifferenza. "Indifferenza" è la parola posta all'ingresso del Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, sede del Memoriale della Shoah. Il 12 novembre di un anno fa, in quella sede, la Senatrice annunciò che sarebbe nata una commissione di studio nella ferma convinzione che «con l'odio si perde, con l'amore si vince». Una convinzione marchiata sulla pelle di chi ha vissuto l'esperienza dell'indicibile nel lager.
Esprimiamo piena solidarietà alla senatrice Segre, che ringraziamo per le parole di straordinaria forza che ci ha rivolto in occasione del nostro convegno nazionale "La pace è ogni passo", tenutosi a Torino lo scorso 25-27 ottobre.
Si tratta di lavorare su un grande progetto di pace: un grande progetto politico fondato sulla responsabilità reciproca e sull'interdipendenza degli esseri umani, capace di respingere la strategia della paura che poggia sulla convinzione inespressa che "ogni straniero è un nemico".
La Presidenza nazionale del Meic